3.6 Conclusioni
Si può concludere dicendo che l’Università di Lecce
negli ultimi anni si è impegnata a garantire l’integrazione degli
studenti disabili con varie iniziative. Il Ministero, infatti, ha
raddoppiato il finanziamento per il numero e la qualità di iniziative
realizzate in un anno. Degli studenti seguiti dal Centro per l’Integrazione,
quattro si sono laureati (2 con disabilità motoria, 1 visiva e 1 uditiva)
e quest’anno tre di loro hanno goduto di una borsa Erasmus. Altri
laureandi e laureati sono stati avviati al lavoro presso aziende che
operano nel settore alimentare e in quello informatico. Tra le altre
cose è stata stipulata una convenzione con il Comune di Lecce per
sperimentare nel centro “Itaca” un percorso formativo integrato. Se
è vero che i risultati raggiunti sono soddisfacenti, è anche vero
che si può e che si deve fare ancora tanto per facilitare l’accesso
dei disabili all’Università. È necessario che ci siano le condizioni
affinché lo studente disabile partecipi alla vita universitaria vivendone
tutti gli aspetti culturali, accademici e sociali. Questa convinzione
ha suscitato in me almeno due curiosità, quindi innanzitutto ho contattato
quattro Associazioni Studentesche: Progetto Universitas, UDU (Unione
degli Universitari), La Sveglia (Libera Associazione studentesca),
e Salento Università. Solo nella prima risultava iscritto uno studente
disabile, ma nessuno lo conosceva bene e ignoravano il tipo di disabilità.
L’ultima delle Associazioni elencate ha un Comitato che si occupa
dell’integrazione degli studenti disabili, purtroppo non sono riuscita
ad avere informazioni più dettagliate, quindi ignoro le iniziative
che hanno proposto. Penso che far parte di queste Associazioni possa
essere indice di una vita universitaria attiva e dinamica, e poi se
esistono delle Associazioni che si occupano di problematiche legate
all’handicap, chi può essere miglior portavoce delle esigenze e delle
proposte degli studenti disabili, se non uno studente disabile? Costituirebbe,
soprattutto, un’occasione di scambio tra colleghi. L’altra curiosità
riguardava la presenza di studenti disabili iscritti al CUSL (Centro
Universitario Sportivo di Lecce). Mi ha ricevuta la Segretaria Generale,
dott.ssa Rossella Ricchiuto, e mi ha informata del fatto che quest’anno
non ci sono studenti disabili iscritti, ma che negli anni scorsi ci
sono stati. In particolare, una ragazza paraplegica seguiva delle
lezioni di scherma che spesso si sono protratte grazie alla disponibilità
di un istruttore. Ciò che la dott.ssa Ricchiuto ha sottolineato più
volte è la mancanza di strutture adeguate ad accogliere gli studenti
disabili, e la carenza di fondi, perché ci dice l’intervistata:“Se
avessimo la struttura a norma le attività si potrebbero fare, da parte
nostra c’è la massima disponibilità”. È importante promuovere il più
possibile l’educazione del corpo docente e degli studenti non disabili
aiutandoli a capire, attraverso la condivisione di esperienze in comune,
che essere disabili non vuol dire essere inabili, ma significa esprimere
le proprie potenzialità in modi alternativi. Un modo per far entrare
in contatto studenti disabili e non, potrebbe essere quello di creare
un tutor alla pari, magari utilizzando anche gli studenti delle 150
ore, ovvero uno studente che metta del tempo a disposizione per “accompagnare”
nella vita universitaria un compagno disabile. Questa è una risorsa
presente in molti atenei. È uno strumento che permette di realizzare
allo stesso tempo due importanti obiettivi: dare un supporto ad uno
studente disabile e sensibilizzare alle tematiche della disabilità
studenti che non vivono questo tipo di situazione. Perché l’integrazione
non consiste in un forzato movimento di avvicinamento del disabile
verso l’abile e neppure in un pietistico accondiscendere alle sue
difficoltà. Comprendere il concetto e la realtà dell’integrazione
richiede una più profonda comprensione del nostro essere tutti limitati,
tutti diversamente abili e pertanto tutti in qualche modo disabili.
La reale integrazione inizia quando iniziamo a renderci conto delle
diverse abilità che i disabili riescono ad offrirci.
[28] L. 104/92 art. 24 comma 4.
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