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Strudenti Disabili All'Università

 Introduzione
 Cap.1 Trenta anni di integrazione
 Cap. 2 La legislazione italiana in materia d’integrazione scolastica e culturale
 Cap. 3 L’accoglienza degli studenti disabili nell’Ateneo leccese
 Cap. 4 Percezione della disabilità nella popolazione universitaria leccese
 Cap. 5 Analisi dell’integrazione degli studenti disabili dell’Università di Lecce
 Cap. 6 Le voci di alcuni studenti universitari disabili frequentanti l’Ateneo di Lecce
 Conclusioni
 Appendice A - Lettera di presentazione inviata con il testo del questionario
 Appendice B - Il Questionario
 Appendice C - Le brevi interviste a studenti e docenti
 Appendice D - Schema interviste
 Ringraziamenti
 Bibliografia

3.6 Conclusioni

Si può concludere dicendo che l’Università di Lecce negli ultimi anni si è impegnata a garantire l’integrazione degli studenti disabili con varie iniziative. Il Ministero, infatti, ha raddoppiato il finanziamento per il numero e la qualità di iniziative realizzate in un anno. Degli studenti seguiti dal Centro per l’Integrazione, quattro si sono laureati (2 con disabilità motoria, 1 visiva e 1 uditiva) e quest’anno tre di loro hanno goduto di una borsa Erasmus. Altri laureandi e laureati sono stati avviati al lavoro presso aziende che operano nel settore alimentare e in quello informatico. Tra le altre cose è stata stipulata una convenzione con il Comune di Lecce per sperimentare nel centro “Itaca” un percorso formativo integrato. Se è vero che i risultati raggiunti sono soddisfacenti, è anche vero che si può e che si deve fare ancora tanto per facilitare l’accesso dei disabili all’Università. È necessario che ci siano le condizioni affinché lo studente disabile partecipi alla vita universitaria vivendone tutti gli aspetti culturali, accademici e sociali. Questa convinzione ha suscitato in me almeno due curiosità, quindi innanzitutto ho contattato quattro Associazioni Studentesche: Progetto Universitas, UDU (Unione degli Universitari), La Sveglia (Libera Associazione studentesca), e Salento Università. Solo nella prima risultava iscritto uno studente disabile, ma nessuno lo conosceva bene e ignoravano il tipo di disabilità. L’ultima delle Associazioni elencate ha un Comitato che si occupa dell’integrazione degli studenti disabili, purtroppo non sono riuscita ad avere informazioni più dettagliate, quindi ignoro le iniziative che hanno proposto. Penso che far parte di queste Associazioni possa essere indice di una vita universitaria attiva e dinamica, e poi se esistono delle Associazioni che si occupano di problematiche legate all’handicap, chi può essere miglior portavoce delle esigenze e delle proposte degli studenti disabili, se non uno studente disabile? Costituirebbe, soprattutto, un’occasione di scambio tra colleghi. L’altra curiosità riguardava la presenza di studenti disabili iscritti al CUSL (Centro Universitario Sportivo di Lecce). Mi ha ricevuta la Segretaria Generale, dott.ssa Rossella Ricchiuto, e mi ha informata del fatto che quest’anno non ci sono studenti disabili iscritti, ma che negli anni scorsi ci sono stati. In particolare, una ragazza paraplegica seguiva delle lezioni di scherma che spesso si sono protratte grazie alla disponibilità di un istruttore. Ciò che la dott.ssa Ricchiuto ha sottolineato più volte è la mancanza di strutture adeguate ad accogliere gli studenti disabili, e la carenza di fondi, perché ci dice l’intervistata:“Se avessimo la struttura a norma le attività si potrebbero fare, da parte nostra c’è la massima disponibilità”. È importante promuovere il più possibile l’educazione del corpo docente e degli studenti non disabili aiutandoli a capire, attraverso la condivisione di esperienze in comune, che essere disabili non vuol dire essere inabili, ma significa esprimere le proprie potenzialità in modi alternativi. Un modo per far entrare in contatto studenti disabili e non, potrebbe essere quello di creare un tutor alla pari, magari utilizzando anche gli studenti delle 150 ore, ovvero uno studente che metta del tempo a disposizione per “accompagnare” nella vita universitaria un compagno disabile. Questa è una risorsa presente in molti atenei. È uno strumento che permette di realizzare allo stesso tempo due importanti obiettivi: dare un supporto ad uno studente disabile e sensibilizzare alle tematiche della disabilità studenti che non vivono questo tipo di situazione. Perché l’integrazione non consiste in un forzato movimento di avvicinamento del disabile verso l’abile e neppure in un pietistico accondiscendere alle sue difficoltà. Comprendere il concetto e la realtà dell’integrazione richiede una più profonda comprensione del nostro essere tutti limitati, tutti diversamente abili e pertanto tutti in qualche modo disabili. La reale integrazione inizia quando iniziamo a renderci conto delle diverse abilità che i disabili riescono ad offrirci.

[28] L. 104/92 art. 24 comma 4.





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Prima Pubblicazione: 23 luglio 2003
Ultimo Aggiornamento: 09 Ottobre 2007
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