3.2 La nascita del centro per l’integrazione
L’Università degli Studi di Lecce, in applicazione
della Legge n. 17 del 1999,
si è dotata nel marzo 2000 della figura di Delegato del Rettore ai
problemi degli studenti disabili con funzioni di coordinamento, monitoraggio
e supporto di tutte le iniziative riguardanti l’integrazione degli
studenti disabili nell’Università. L’incarico è stato affidato in
un primo momento alla prof.ssa Bianca Gelli, in qualità di medico
psicologo e docente di Psicologia, e attualmente al prof. Luigi Santoro,
docente di Storia del Teatro. Inoltre, per andare incontro alle richieste
degli studenti disabili, affinché si orientino all’interno della Facoltà,
sono stati nominati dei docenti Referenti per le diverse Facoltà.
Alla fine dell’anno accademico 1999-2000 è stato attivato un ufficio
che si occupa del Diritto allo Studio delle persone disabili: il Centro
per l’integrazione[24]. L’obiettivo è stato quello
di avere un servizio che assolvesse a più funzioni: di accoglienza
e decodifica della domanda, di operatività, di raccordo delle diverse
iniziative con le strutture universitarie, di riferimento per gli
studenti disabili, per i docenti e non docenti. Vivere nel mondo universitario
chiede livelli di autonomia e capacità di autogestione prima non richiesti.
È necessario decidere tempi e modalità di studio, rapporti con coetanei
e colloqui con docenti, tempo libero e frequenza universitaria. Tutto
ciò è sicuramente amplificato per un ragazzo/a disabile, in quanto
la scuola dell’obbligo e la scuola superiore hanno garantito un’integrazione
psico-sociale protetta dalla figura dell’insegnante di sostegno. L’ingresso
nel mondo universitario con le problematiche che abbiamo visto, i
nuovi ritmi, il misurarsi con lo studio senza la protezione dell’insegnante
di sostegno acuiscono il senso di solitudine e possono determinare
un disagio, un bisogno di ascolto e di orientamento che necessitano
di nuove risposte. L’apertura del Centro per l’integrazione ha cercato
di rispondere a queste esigenze, “nel primo periodo di attività svolta
le richieste raccolte hanno infatti rivelato vissuti di isolamento,
necessità di ascolto, di accoglienza, oltre che di sostegno pratico”[25].
L’Università potrebbe dare l’occasione allo studente disabile, finora
protetto dalla famiglia e dalla scuola, di potenziare le sue capacità
personali, di far emergere risorse e potenzialità inespresse. In questa
prospettiva diventa prioritaria la formazione di chi accoglie e assiste
queste persone: capacità di ascolto, umanità, capacità di leggere
la domanda nascosta, saper dare sostegno sono alcuni tra i fondamentali
requisiti richiesti. La risposta a questa esigenza ha infatti trovato
ampio spazio nella programmazione dell’attività futura del servizio.
[24]Inizialmente veniva chiamato Centro di sostegno per studenti con disabilità.
[25]Gelli B., Relazione attività marzo 2000 – ottobre 2001: oltre il sostegno, l’accoglienza, Dattiloscritto.
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