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Strudenti Disabili All'Università

 Introduzione
 Cap.1 Trenta anni di integrazione
 Cap. 2 La legislazione italiana in materia d’integrazione scolastica e culturale
 Cap. 3 L’accoglienza degli studenti disabili nell’Ateneo leccese
 Cap. 4 Percezione della disabilità nella popolazione universitaria leccese
 Cap. 5 Analisi dell’integrazione degli studenti disabili dell’Università di Lecce
 Cap. 6 Le voci di alcuni studenti universitari disabili frequentanti l’Ateneo di Lecce
 Conclusioni
 Appendice A - Lettera di presentazione inviata con il testo del questionario
 Appendice B - Il Questionario
 Appendice C - Le brevi interviste a studenti e docenti
 Appendice D - Schema interviste
 Ringraziamenti
 Bibliografia

3.2 La nascita del centro per l’integrazione

L’Università degli Studi di Lecce, in applicazione della Legge n. 17 del 1999, si è dotata nel marzo 2000 della figura di Delegato del Rettore ai problemi degli studenti disabili con funzioni di coordinamento, monitoraggio e supporto di tutte le iniziative riguardanti l’integrazione degli studenti disabili nell’Università. L’incarico è stato affidato in un primo momento alla prof.ssa Bianca Gelli, in qualità di medico psicologo e docente di Psicologia, e attualmente al prof. Luigi Santoro, docente di Storia del Teatro. Inoltre, per andare incontro alle richieste degli studenti disabili, affinché si orientino all’interno della Facoltà, sono stati nominati dei docenti Referenti per le diverse Facoltà. Alla fine dell’anno accademico 1999-2000 è stato attivato un ufficio che si occupa del Diritto allo Studio delle persone disabili: il Centro per l’integrazione[24]. L’obiettivo è stato quello di avere un servizio che assolvesse a più funzioni: di accoglienza e decodifica della domanda, di operatività, di raccordo delle diverse iniziative con le strutture universitarie, di riferimento per gli studenti disabili, per i docenti e non docenti. Vivere nel mondo universitario chiede livelli di autonomia e capacità di autogestione prima non richiesti. È necessario decidere tempi e modalità di studio, rapporti con coetanei e colloqui con docenti, tempo libero e frequenza universitaria. Tutto ciò è sicuramente amplificato per un ragazzo/a disabile, in quanto la scuola dell’obbligo e la scuola superiore hanno garantito un’integrazione psico-sociale protetta dalla figura dell’insegnante di sostegno. L’ingresso nel mondo universitario con le problematiche che abbiamo visto, i nuovi ritmi, il misurarsi con lo studio senza la protezione dell’insegnante di sostegno acuiscono il senso di solitudine e possono determinare un disagio, un bisogno di ascolto e di orientamento che necessitano di nuove risposte. L’apertura del Centro per l’integrazione ha cercato di rispondere a queste esigenze, “nel primo periodo di attività svolta le richieste raccolte hanno infatti rivelato vissuti di isolamento, necessità di ascolto, di accoglienza, oltre che di sostegno pratico”[25]. L’Università potrebbe dare l’occasione allo studente disabile, finora protetto dalla famiglia e dalla scuola, di potenziare le sue capacità personali, di far emergere risorse e potenzialità inespresse. In questa prospettiva diventa prioritaria la formazione di chi accoglie e assiste queste persone: capacità di ascolto, umanità, capacità di leggere la domanda nascosta, saper dare sostegno sono alcuni tra i fondamentali requisiti richiesti. La risposta a questa esigenza ha infatti trovato ampio spazio nella programmazione dell’attività futura del servizio.

[24]Inizialmente veniva chiamato Centro di sostegno per studenti con disabilità.
[25]Gelli B., Relazione attività marzo 2000 – ottobre 2001: oltre il sostegno, l’accoglienza, Dattiloscritto.





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Prima Pubblicazione: 23 luglio 2003
Ultimo Aggiornamento: 09 Ottobre 2007
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